E’ opinione diffusa, nell’ambiente della subacquea, che l’isola di Ustica sia “l’isola dei sub”. Opinione guadagnata negli anni, grazie alla qualità dei suoi fondali, alla fauna, alla limpidezza delle sue acque. Tutto vero. E’ altrettanto vero che c’è un luogo nel Mediterraneo non da meno, anche se attualmente, a torto, non rientra negli “itinerari” più gettonati dai sub nostrani e, più in generale, europei. L’Arcipelago delle Pelagie, infatti, è scarsamente preso in considerazione, più che altro per ignoranza. Di fatto, delle tre isole – Lampedusa, Linosa e Lampione – si ignorano le caratteristiche principali e quei valori aggiunti che non solo le pongono alla stregua della più nominata isola palermitana ma ne fanno un luogo unico nel Mediterraneo. Un vero paradiso dei subacquei. Vediamo perché.
Con la loro posizione geografica le Pelagie – tra il 35° e il 36° parallelo di latitudine Nord – sono il luogo del continente europeo più vicino al Tropico del Cancro (poco più di 10° gradi di distanza). Inoltre, essendo ben più a Sud della costa settentrionale della Tunisia, sono ridossate e protette dalle correnti fredde del Mediterraneo occidentale. Questo, unito alla bassa profondità dei fondali circostanti, genera una temperatura dell’acqua superiore alla media, in tutte le stagioni, che può anche raggiungere punte massime di 30 gradi nel periodo estivo. Sempre a proposito di acqua, la limpidezza è una caratteristica tipica di questo mare, con una visibilità spesso superiore ai 40 metri in orizzontale.
Già facendo snorkeling si possono apprezzare i colori intensi dei fondali lampedusani, ricchi di vita a partire da pochi metri. La roccia chiara e la sabbia bianca esaltano ancor più tale ricchezza, generando una forte luminosità e meravigliosi contrasti. Limpidezza e tanta luce spesso traggono in inganno, e in immersione a trenta metri di profondità sembra di trovarsi a non più di dieci.
Ma, tutto ciò sarebbe solo uno sterile corollario se i fondali in generale e più nello specifico i siti d’immersione, non fossero all’altezza: complessivamente, in tutto l’Arcipelago, se ne contano più di 30, alcuni dei quali splendidi. Per descrivere i migliori e più battuti non bastano queste pagine. Per cui, su tutti, decidiamo di citarne tre, uno per isola: Taccio Vecchio di Lampedusa, la Secchitella di Linosa e il versante Sud-Ovest di Lampione. Luoghi che, da sempre, creano condizioni per immersioni indimenticabili. Luoghi che, da soli, possono essere un’ottima ragione per venire a immergersi alle Pelagie. Si parlava di valori aggiunti, nelle prime righe: ecco, le sole caratteristiche morfologiche dei loro fondali lo sono, con pareti mozzafiato, canali e anfratti che creano tagli di luce emozionanti. Pareti colorate da vaste colonie di madrepora arancione e spugne variopinte. Poi c’è il pesce: cernie brune, cernie dorate, ricciole, dentici, orate, carangidi, spesso di grossa taglia, circondate da nuvole di sgargianti donzelle pavonine e pesci pappagallo. E, a proposito di valore aggiunto, nel periodo estivo, a Lampione si possono effettuare immersioni in compagnia di bellissimi esemplari di squali grigi.
Può capitare, a termine di un’immersione, di uscire dall’acqua e chiedersi se questo è Mediterraneo. Si, lo è, ed è bene tenerlo a mente.
Infine, un altro enorme plus che può vantare Lampedusa è il suo aeroporto: chi è subacqueo e viaggia con la propria attrezzatura, sa bene quanto importante sia la logistica e, in questo caso, la comodità di scendere dall’aereo e trovarsi in pochi minuti al diving center, senza doversi preoccupare di correre a prendere la coincidenza di una nave.